Un'articolo di Spiridione Brusina (1890) Stampa
Scritto da Angelo Renato Mojetta   
Lunedì 10 Ottobre 2011 22:13

Da un'articolo di Spiridione Brusina (malacologo XIX sec.) un piccolo lavoro credo sconosciuto (1890 circa) in cui si parla di acquari secondo la vostra filosofia. E' vero che tratta di pesci d'acqua dolce, al massimo salmastra, ma certi concetti sono ancora validi ed è sempre importante, secondo me, conoscere la storia. Forse qua e là ci sono lacune, ma il testo proviene da una scansione a lettura automatica e ho dovuto ricostruire a senso alcune parole non disponendo dell'originale.

Angelo Renato Mojetta                          

 

 


Volume XIV  (Serie Notarisia-Neptunia) N. 1.-.0 ~ GENNAIO Ì^^S ). ( " l.LLio
"Neptunia e; RIVISTA ITALIANA DI PESCA ED AQUICULTURA MARINA - FLUVIALE - LACUSTRE
Premiata con medaglia d'oro (diploma di 1. grado)
ALL'ESPOSIZIONE DI MILANO 1894 ED ALL'ESPOSIZIONE DI TORINO 1898
Fondata e diretta dal Dott. D. LEVI - MORENOS
Segretario di Redazione : Mamerto Camuffo
ORGANO delle Società Regionali di Pesca ed Aquicultura e delle Cooperative di Lavoro e Produzione tra pescatori
Società Kegionale Veneta e Società Lombarda di Pesca ed Acquicultura — Comitato Filonautico e Peschereccio — Famiglia Cooperativa tra Pescatori di Burano — Cooperativa di Lavoro tra Pescatori di Venezia — Società anonima Cooperativa tra Pescatori dei fiumi e laghi Mantovani — Cooperativa di produzione Acquicola.

 

Brusina S. — Due nuovi pesciolini da aquari (con due figure nel testo).


Anno XIV 1-2 Gennaio 1899

Due nuovi pesciolini d’acquario

per S. BRUSINA

Illustre Sig. Prof D. Levi-Morenos Direttore della Neptunia VENEZIA

Quando nella domenica del 14 Agosto di quest'anno, passando per Venezia al fine di recarmi al quarto congresso internazionale di zoologia a Cambridge, ebbi il piacere di fare la Sua conoscenza personale e si parlò del Museo Civico di Storia Naturale e della necessità ed utilità di fondare a Venezia un Aquario con annessa Scuola di Biologia Marina, Ella mi interessò a volerle tradurre dal croato-serbo questo mio articoletto che, a Suo modo di vedere, potrebbe tornar gradito ai lettori del pregiato Suo periodico. Visto che la lingua nella quale il mio articolo fu pubblicato non è punto compresa fuori dei paesi Slavi meridionali, ben volentieri Le ho promesso di farne, viaggio facendo, una libera traduzione. Ecco fatto, e sebbene l'articolo non contenga nulla di nuovo, sarò ben felice se un interessante argomento invoglierà qualcuno a procurarsi il piacere, di tenere giardinetti, terrari ed aquari da camera.
Convengo che al giardino d'Europa non son forse necessari i giardinetti da camera, ma è certo che, quando in Italia si avrà il gusto di terrari ed aquari da camera, si vedrà quanto bella e quanto utile si è l'istituzione dei giardini zoologici, degli pubblici aquari, che ora non mancano in nessuna delle principali città dei paesi nordici e specie germanici. E che in Italia non sia mai venuto meno il senso del bello, del buono, dell'utile, lo provò ancor una volta il tentativo di un Aquario con bacini d'aqua dolce e di mare dell'Esposizione di Torino, Aquario che fu sempre uno dei punti attraenti della splendida mostra.


Nulla dirò del lato attraente ed estetico dei terrari ed aquari sia da camera, che pubblici, nulla dal lato educativo, e neppure da quello dinnanzi al quale più o meno sinceramente, spesso a coprire la propria ignoranza, si usa levare il cappello, intendo dire dal lato scientifico, ma accennerò soltanto al lato pratico ed economico, che questo sì «commuove» tutti!
Senza parlare della prima stazione zoologica del mondo, si quella di Napoli, fondata or son già scorsi 25 anni dal celebre Dòhrn di Stettino, e delle altre che pullulano per ogni dove, ed il cui scopo è prettamente scientifico, ricorderò come (quelle da me visitate a Endoume presso Marsiglia, ad Arcachon presso Bordeaux e l'olandese di Helder hanno per scopo principale quello pratico-economico della pesca e dello studio dei pesci ed altri animali mangiarecci. Dicasi lo stesso di quella d'Edimburgo, che non ho veduto, come di quella degli Stati Uniti d'America, che si è dal lato della pesca la prima al mondo.
Credo che se v'è città in Italia ove sarebbe necessaria una simile fondazione biologica, questa si è Venezia. Nulla dirò che a Trieste esiste già da 20 anni la stazione zoologica austriaca che ora si vuol completare con un Aquario, nulla dirò che da pochi anni il celebre aquario di Berlino ne eresse una succursale per tutto proprio conto sul mare Adriatico a Rovigno; ma fo conoscere questo, come il governo ungherese è in trattative col governo croato per fondare un aquario ungaro-croato sul litorale croato, ed io stesso ebbi a riferirne. È inutile dimostrare ai Veneziani la grande ricchezza del mare delle lagune, delle valli dell' Estuario; ma non sarà forse superfluo di dire, come il sempre maggior consumo dei prodotti della pesca, la sempre crescente esportazione, ed i metodi spesso irrazionali della pesca potrebbero recar gran detrimento alla stessa, e sarebbe perciò primo scopo di una simile istituzione e occuparsi dal lato pratico-economico dei progressi della pesca. Faccio perciò voti, affinchè a Venezia, che se non è più la regina dei mari, resta sempre dal punto artistico la più bella città del mondo, si trovi maniera di fondare un Aquario con annessa Scuola di pesca e Laboratorio che si occupi delle ricchezze marine.
Ecco, Illustre Sig. Direttore, quanto desiderava dirle uno straniero, che ama l'Italia e la stima- Qui Le accludo la traduzione del mio articoletto, che sembra aver incontrato il Suo gusto, e mentre L'assicuro dell'alta mia stima, mi dico

Londra 6 Settembre 1898 L'addì XXXX. Suo S. BRUSINA

*

Spiegatelo come mai vi aggrada, voltate la cosa come lo volete, la verità è una ed indiscutibile, che cioè le nazioni dell' Europa media e settentrionale, le quali si trovano anche all'altezza dell'odierno progresso, sono nello stesso tempo quelle, le quali hanno più amore per le scienze naturali. Non è necessario darne una dimostrazione per filo e per segno; i numeri parlano chiaramente, per quanto si voglia aver riguardo alla proporzione delle popolazioni. Ecco per es. — non calcolando i professori, i custodi dei musei e delle pubbliche raccolte, dunque senza i cosidetti zoologi di mestiere — a Londra vi sono più di 350 persone, le quali si occupano dell' uno o dell' altro ramo della zoologia; a Pietroburgo ve ne sono più di 50, a Bruxelles più di 1OO a Parigi più di 250, a Berlino ed a Vienna più di 100 per cadauno. A Madrid ne troviamo già 22 appena, 9 ce ne sono a Roma, sole 2 a Lisbona.
In relazione a ciò la parte colta di queste nazioni, che non appartiene cioè né ai naturalisti ufficiali, né ai cosidetti dilettanti, mostrano e maggior sapere e maggior interesse, e par conseguenza comprendono meglio ed hanno più amore per la sublimità e le bellezze della natura. In un gran numero delle migliori famiglie cittadine troverete orticelli da camera, terrari ed aquari, nei quali con cura si allevano varie specie di piante ed animali.
Ho già avuto occasione di parlare ed ho anzi scritto delle piccole vetrine, giardinetti da camera, o se più vi piace chiamarle serre da camera — vere serre in miniatura inventate son già forse 25 anni addietro dal mio distinto amico Milutin Bare da Zagabria (1). Durante il suo lungo soggiorno a Yienna i giardinetti da camera divennero moderni; si fondò un club di coltivatori di serre da camera, si pubblicò un giornale apposito (2), ed elessero il nostro croato Bare a membro onorario del club.
I francesi hanno ora pure una società con apposito giornale (3), che molto si occupa dell'allevamento delle piante e degli animali. Anche i tedeschi hanno fondato nel 1890 una nuova società con proprio periodico per questo ramo di studio (4).
Sarebbe ormai tempo d' incominciare anche da noi. Un giardinetto con fiori e pianticelle, che crescono in una piccola serra da camera, un terrario od aquario con animaletti vivi sono un vero ornamento della più bella sala signorile. E poi qual divertimento, quanta istruzione, ove vi son ragazzi che troppo spesso si annoiano in casa, specie quando il cattivo tempo non permette di sortire! Anche per gli adulti quanto sono più istruttive queste raccolte viventi che non lo sono le collezioni di esseri imbalsamati o di mute figure?
Benemerito sarebbe quell’editore italiano, il quale volesse incaricare un naturalista di scrivere un libretto elementare con figure sulla maniera di metter su, coltivare e conservare i giardinetti da camera secondo il sistema Bare, i terrari e gli aquari. Non ci vuol gran fatica perciò; la letteratura straniera ha in abbondanza periodici e libri di tal specie. Conviene soltanto far buona scelta, ed aggiungervi quelle cose che sono necessarie per le nostre circostanze, avendo in primo luogo riguardo alla patria fauna e flora. Sono ben volentieri disposto, per quanto è in me, di aiutare chi volesse occuparsene.
Queste serre da camera, terrari ed aquari si posono avere con spesa molto pìccola: chi possiede mezzi e può procurarsi orchidee piccole ed altre piante costose, rari animaletti esotici, tanto meglio per lui; ma del resto non é per niente affatto necessario fare gran spese. Chi non ne ha molti, può benissimo procurarsi questo lusso con poche lire.

(1) Nel giornale letterario di Zagabria « Viennac », annata XVI del 1874, pag. 462.
(2) Mittheilungen des Clubs fiii- Pflanzenzucht im Zimmer. Wien 1884.
(3) Bulletin de la Socióté Aquicole de France.
(4) Blàtter tur Aquarien — und Terrarium — Freunde. I Band Magdeburg 1890 — IX Band 1898.

 

Sebbene si sottointenda non sembri qui forse superfluo d'avvertire, quelli che non hanno avuto occasione di vedere i giornali sopra indicati, che per le serre, terrari od aquari da camera si scelgono per la più gran parte piante ed animali di specie per natura loro piccole o forme nane.
Ecco, prendete per es. il tritone alpestre il ben noto Triturus alpestris, come si deve ora chiamare Molge alpestris ; scommetto che mostrandolo a qualunque non naturalista in un aquario, e ciò precisamente in primavera nell’epoca della frega, quando il maschio veste la sua splendida livrea da nozze nella quale magnificamente si confondono i colori cioè: giallo, rosso, lilla, bleu scuro, un bellissimo celeste chiaro, finalmente un vero color d'oro — scommetto dico, che qualunque crederebbe essere quello un animaletto raro ancor mai veduto, dei paesi tropicali, proprio sotto l' equatore — ed in quella invece altro non é che una comunissima specie europea, della quale ne potete pigliare in quantità sulle Alpi italiane e sugli Appennini, sui monti del Veneto, ecc. e che in Croazia trovasi anche in pianura in qualunque fossa d'aqua degli immediati dintorni di Zagabria. Ma chi ne fa ricerca? Quanti sono quelli che l'hanno veduto specie in abito di nozze?
Quanto non è bello il sapere che a Zagabria od in qualunque città lontana dal mare — è ciò sempre con spesa relativamente piccola — possiamo a piacere metter su un aquario, con animaletti marini? Che più, a ciò fare, non è neppure necessario di farsi venire l'acqua del mare; l'esperienza ha ciò dimostrato, che l'aqua di mare chimicamente composta è miglior del vero mare — come lo abbiamo esperimentato anche noi — ed in questa prosperano alghe marine ed animali di varie specie.
Sono convinto, che quando qualcuno dei nostri signori vedesse in simile aquario un esemplare vivo di un annellide marino, per es. del Spirographis Spallanzanii Viviani, comunissimo nei bassi fondi fangosi del mare Adriatico, darebbe tosto incarico a chi sa farlo di mettergli su non già un solo, ma più di un' aquario marino.
E qual non sarebbe poi il piacere d'una persona colta, di un giovanotto, il quale potesse procurarsi il lusso di un microscopio, per poter osservare in una goccia d'aqua del suo aquario i pigri infusori, oppure i rotatori insuperabili per la loro vivacità come per la loro interessantissima organizzazione, oppure i protisti, che servono d'anello di congiunzione fra il regno vegetale ed il regno animale, iìnalmente tutta la miriade di organismi microscopici dei quali pullula una sola goccia d'aqua stagnante, nonché l'aqua di un aquario, ove a bella posta si cerca di coltivare il maggior numero possibile di organismi invisibili ad occhio nudo?
Per orientarsi facilmente, e per non dover perder molto tempo a cercare istruzioni nelle opere strettamente scientifiche, possiamo raccomandare a questo scopo i libri molto pratici dell' Eyferth, ove sono descritte e figurate tutte le specie di piante ed animali microscopici che più facilmente e più spesso s'incontrano nelle acque dolci d'Europa (5) e perciò anche d'Italia.

(5) Eyferth. B. Die mikroskopischen Siisswasssrbewohaer. Braunsc.hwevj 1877. Die einfachsteu Lebeasformea. Systematische Naturgpscliiclite der mikroskopischen Susswasser-Bewohner. Braunschweig. 1878. - Schizophyten und Flagellaten. Supplement-Heft zu der System. Naturges, der mikroskop. Susswasser bew. Braun- Schweig 1879,

 

Ecco, io ho fatto la mia parte ; uno non può arrivare a tutto. Come l'ho detto ben volentieri verrò in aiuto a qualunque il quale volesse decidersi a scrivere un libro in proposito, o volesse metter su serre da camera, aquari o terrari.
Altro scopo or non ho che richiamare l'attenzione di quelli che se ne vogliono occupare, sopra le ultime novità in fatto di animali da aquario, cioè sopra due curiosissimi pesciolini dei più interessanti ed idonei per piccoli aquari d' aqua dolce.
Il primo si è l’Heros facetus (Jenyns), della famiglia delle Chromidae alla quale appartengono molte specie di pesci aquatici dei paesi tropicali dell'Africa e dell'America. Questa specie fu scoperta in occasione del celebre — e per tutti i secoli venturi importantissimo — viaggio di Darwin attorno il mondo colla «Beagle» dal 1832 al 1835. Venne descritta molto più tardi nell'opera relativa a detto viaggio, ma appena da qualche anno, l’Heros facetus venne introdotta vivo in Europa.
La patria dell'«Eroe ridicolo», come lo si potrebbe chiamare in italiano, sono i laghi, lagune e fiumi del Brasile meridionale e dell'Argentina specialmente il bacino della Plata. Vive indifferentemente bene nell'aqua dolce, come in quelle lagune o laghi littorali d'aqua salsa. Il suo nome popolare brasiliano suona «chanchito» cioè «porchetto» a motivo della schiena arcuata come l'ha il cinghiale od il maiale. La sua statura ordinaria raggiunge di solito 11 fino a 12 cm. di lunghezza, di rado 15 fino a 16 cm. Però raggiunta una lunghezza di 7 ad 8 cm., il pesciolino è già adulto ed in stato di prolificare.
I primi esemplari furono importati nel 1894 in Germania; ma io li ho veduti l'anno dopo nel giardino zoologico di Rotterdam; non è perciò inverosimile che gli Olandesi abbiano preceduto i Tedeschi, ad ogni modo, se è cosi, di breve tempo, perchè come dissi l'introduzione dell’Eroe è recente.
Con ragione si potrebbe dire essere questo pesciolino fatto a bella posta per gli aguari, perchè è piccolo, molto interessante, e facilmente si riproduce.
L'«eroe* ha questo di particolare, che cangia colore come il camaleonte, per restare coi pesci, come le triglie (Mullus), cosa guest' ultima ben nota ancor dall'epoca dei Romani. II comportamento dell' «eroe » è però quello che più ci interessa. L'« eroe » non è un pacificio abitatore dell' aquario, che va noiosamente su e giù come i ciprini dorati; egli è vivace, irritabile, baruffante, padrone, anzi vero tiranno degli altri inquilini. E c' è da ridere quando lo si guarda. L' « eroe » a tutta forza vuol gettarsi sullo spettatore. Chi lo sa cosa pensa l'insensato pesciolino, lungo appena pochi centimetri, che vuol assalire l’»uomo, ed in quella invece batte invariabilmente il grugno sul vetro dell'aquario? Peggio
che Davide e Golia! Ecco perchè Jenyns lo chiamò Heros facetus, che tradussi in « eroe ridicolo ».
Egli è appunto perciò che gli aquari ove si coltivano gli «eroi» non sono accessibili a tutti ; me li mostrò gentilmente il direttore del Giardino Zoologico in via d' eccezione, che spesso i pesciolini, se mostrati a molti, a forza di batter il naso contro le dui e lastre finiscono per perire in causa del loro ridicolo eroismo. Non mi farò a descrivere la specie, che spero ancor quest'anno poterla acquistare per l'aquario del museo nazionale di zoologia di Zagabria ove si potrà vedere dai visitatori.
Ancor più interessante è la seconda specie, la quale appartiene alla famiglia dei pesci a labirinto. Chi desidera sapere di qual tipo sono questi pesci e perchè vengono cosi chiamati lo può trovare in qualunque opera di zoologia generale, come sarebbe quella del Brehm od altre. Qui mi limiterò a dire, che a questa famiglia di pesci appartengono diverse specie molto belle per lo più molto interessanti, la cui patria sono le acque dolci dell' Indie orientali e dell' Africa meridionale. Fra queste son per es. ben note l' Anabas scandens (Daldorff) dell'Indie orientali, il Macropus viridi-auratus Lacép. della Conchinchina, l' Osphromenus gourami Lacép. od 0. olfax (Commers.) di Java, Sumatra, Borneo ecc.  Il più interessante di tutti è certamente il «lottatore fiero» Betta pugnax (Cantor) vero nano e cioè la più piccola specie del suo genere ; non ha più di 5 sino a 8 cm. di lunghezza, ed è già perciò molto adatta per aquari da camera.

Betta pugnax (Cantor)

Nel 1892 un francese fa il primo a portare dall' Asia i primi esemplari vìvì in Europa, ma in pochi giorni perirono tutti. L'anno seguente ne ebbe l’aquario del «Jardin des Plantes» di Parigi, ma anche questi ben presto perirono. Appena nel 1894 riusci poi ad un allevatore francese di pesci, N. leunet, di trasportare in due volte prima 18, poscia 20 esemplari. Questi nello stesso anno deposero più centinaia di uova. Parte di questo novellame arrivò dalla Francia a Mosca dove pure prolificarono, e cosi il noto allevatore tedesco P. Matte di Lankwitz presso Berlino ha potuto avere da Mosca JO paia a 40 rubli l' uno. Or se ne fa sempre maggior ricerca, se ne allevano in quantità, e naturalmente il prezzo è alquanto ribassato, sebbene un paio costa ancor sempre 18 marchi tedeschi.
Anche questo pesciolino è assai facilmente irritabile e barruffante, ed è perciò che l'ho chiamato il Fiero lottatore. I Siamesi e Conchinchinesi allevarono una particolare razza domestica, la quale si distingue da quella che vive allo stato selvatico appunto per essere più fiera. Ecco adunque come alle lotte dei tori, alle lotte dei galli, or si vengono ad aggiungere anche queste, che sono di grande divertimento a quei popoli dell'estremo oriente che si dilettano, vanno anzi pazzi, guardando ed osservando le lotte fra i maschi dei lottatori.
Ecco come va la cosa. Quelli che preparano il divertimento portano i loro vasi di vetro nel luogo stabilito, ed in ognuno una Betta, pongono poi un vaso presso l'altro. Appena il pesciolino scorge l'altro nel vicino vaso, il colore oscuro del lottatore comincia a cangiare, la pelle che copre le branchie si gonfia e l'una vuol assalire l'altra — naturalmente il vetro impedisce che si arruffino — ma i colori del corpo divengono sempre più varianti e vivaci. Gli spettatori scommettono chi dei dae sarà il vincitore, precisamente come gli spagnoli lo fanno pei tori e gli inglesi pei galli. Vincitore si dichiara guel pesce, i cui colori per la maggior eccitabilità, sono i più belli.
Chi non possiede due pesciolini, pùò divertire il pubblico nella stessa maniera anche con un maschio solo, E come mai ? Basta semplicemeute applicare a lato del vaso ove sta il pesciolino uno specchietto, ed il pazzo lottatore non comprendendo che vede soltanto la sua propria figura attacca il supposto avversario dello specchio.
A seconda del pubblico spettatore, a seconda dell' entrata che si paga, si regola anche il giuoco e la rappresentazione. Se scommettono per somme più forti, allora si mettono i due maschi nello stesso vaso ; furiosi si assalgono l'uno l'altro e tanto si morsicano a sbranano coi denti fino a che i pesciolini per le lesioni e ferite avute vanno perduti pel proprietario, dopo avergli però procurato un bel guadagno col loro cangiar di colori.
Si dice che i giuocatori talmente s'infuriano, che perduto tutto il denaro impegnano e giuocano moglie, figli, armi, tutto. Naturalmente il provvido Governo, ha frenato queste pazzie umane, sottomise il lottatore a tassa, la quale rende un bel peculio allo Stato.
Mi son fatto venire da Berlino due di questi pesci lottatori, ma purtroppo per incuria delle poste austriache, che non si curano punto del trasporto d'animali viventi, come si fa in Germania, arrivarono a Zagabria morti.


 

 

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