Sardegna: viaggio nell'arcipelago della Maddalena Stampa
Scritto da Michele Abbondanza   
Martedì 30 Agosto 2011 23:39

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Sardegna: viaggio nell'arcipelago della Maddalena

 

Qualche accenno di storia:

L'arcipelago della Maddalena si trova a nord della Sardegna in mezzo alle Bocche di Bonifacio. L'attuale conformazione geologica del complesso sardo-corso avviene circa 6-7 milioni di anni fà.

Per quanto è dato sapere fin'ora, nell'isola di Santo Stefano ci sono le testimonianze degli insediamenti umani più vecchi; resti di 2500-2000 AC dell'età neolitica. Più tardi ci sono notizie della zona risalenti all'epoca degli egizi. Pare che Ulisse sia passato di qua, e Omero lo descrive citando Capo d'Orso e la zona ben riparata dal vento. Notizie più certe nell'epoca romana e il ritrovamento di una oneraria a Secca Corsara nel canale tra Spargi la costa sarda i cui reperti sono visibili nel museo navale "Nino Lambroglia" a La Maddalena.  La fine dell'impero romano segna l'abbandono delle isole. Il medio evo, epoca non chiara, segnò però il ritorno di alcuni monaci. Nel XVII sec. le isole furono trasformate in zone di pascolo ed allevamento da alcuni pastori corsi per facoltosi signori bonifacini. Il 14 ottobre 1767 un gruppo militare del Regno di Sardegna sbarcò sull'isola per manifestarne il possesso. Nel 1793 la Francia attacca la Sardegna e in quella spedizione c'era un giovane ufficiale di artiglieria che subì la sua prima sconfitta ad opera dei maddalenini; Napoleone Bonaparte. In quei tempi l'isola fu sede della piccola marineria sarda agli ordini di Giorgio Andrea Desgeneys che si vuole sia il capostipite della futura Marina Militare italiana. Nella metà del 1800 lo stato di allora divise le isole in lotti, assegnandole poi nel tentativo di sviluppare l'agricoltura. Anche Sir Richard Forman Collins comperò lotti a Caprera per fondare un'azienda agricola, e i rimanenti vennero acquistati da Giuseppe Garibaldi;  il quale poi decise di passare i suoi ultimi anni in questo splendido angolo di terra. Alla fine del 1800 La Maddalena venne trasformata in una piazzaforte con base navale, com'era nelle intenzioni del grande ammiraglio Nelson. In questo periodo ci fù un notevole sviluppo e la cittadina della Maddalena prese le sembianze che conosciamo oggi. L'arcipelago passò indenne la prima guerra mondiale e solo sul finire della seconda ci furono bombardamenti alle navi in rada. Affondarono l'incrociatore Trieste in rada a Mezzoschifo e danneggiarono il Gorizia, vicino Capo d'Orso. Passò dall'isola anche Benito Mussolini prigioniero in Villa Webber. Nel 1972 un'accordo tra Italia e Stati Uniti d'America concesse a questi ultimi un'approdo sulla sponda interna di Santo Stefano. Gli americani lasciarono l'isola nel 2008.

Curiosità nelle sue acque:

- Nave oneraria romana tra il 120 e il 110 a.C. presso Secca Corsara, tra la costa sarda e Caprera, a meno di un miglio dall'arrivo incocciò contro uno sperone di roccia che apri come un'apriscatole la lastra bronzea a prua. Affondò leggermente appruata posandosi sulla sabbia di Secca Corsara. Per saperne di più: nave oneraria romana a Secca Corsara.

- Nave oneraria romana nei pressi di Cala Corsara è stato da poco scoperta un'altra nave romana. Risalente tra il II secolo a. C e il I secolo d. C.

- Dolium romani nei pressi di Costa Paradiso, leggermente fuori dalle acqua dell'arcipelago, rinvenuti a circa 50 m di profondità. leggi la notizia: dolium a Costa Paradiso

- Cutter Emma di proprietà di Giuseppe Garibaldi donato da una ex fidanzata o amica, Emma Roberts, di ritorno da Genova con carico di calce, legnami pozzolana e ferro. Prese fuoco per autocombustione della calce e quindi affondò nei pressi di Caprera.

- Incrociatore Gorizia (classe Zara) il 10 aprile 1943 era di stanza nella base navale della Maddalena che venne attaccata da 84 bombardieri  dell'aviazione anglo-americana. Fu messo fuori uso pur riuscendo a reagire. Venne parzialmente riparato a La Spezia dove fu catturata ed abbandonato poi dai tedeschi. Fu trovato semi affondato nel 1945 e venne demolito.

- Incrociatore Trieste (classe Trento) il 10 aprile 1943 di stanza a la maddalena assieme al Gorizia ed ad altre navi e sommergibili venne attaccato da una squadriglia anglo-americana di 84 bombardieri di cui 24 si concentarono sul Trieste. Affondò in meno di due ore. Nell'immediato dopoguerra fu venduto alla Spagna che non riuscendo a convertirlo in portarei lo demolì.  Per saperne di più: Incrociatore Trento

- Cacciatorpediniere Ugolino Vivaldi (Esploratore leggero): il 9 settembre 1943, dopo il proclama radio del Generale Badoglio per ritorsione, viene danneggiato da un fuoco incrociato di batterie costiere tedesche e definitivamente finito da un'attacco aereo tedesco.  

- Corazzata Roma (classe Littorio) salpa da La Spezia il 9 settembre 1943, in base alle clausule d'armistizio, con rotta La Maddalena e viene affondata al largo dell'isola dell'Asinara da un gruppo di ventotto Dornier Do 217 della Luftwaffe. Ancora oggi non è stata trovata, ma viene considerata dalla Marina Militare Italiana un "cimitero da non profanare". Approfondimento su altro articolo AIAM: L'affondamento e il ritrovamento della RN Roma

- USS Simon Lake (AS 33) di stanza a La Maddalena dal 1994 al 1999 come nave di supporto. Per saperne di più: USS Simon Lake

- USS Emory S. Land  (AS 39) di stanza a La Maddalena dal 1999 al 2007 è una nave officina da più di mille persone.

USS Hartford (SSN 768) il 24 ottobre 2003 si incaglia vicino all'isola delle Bisce, una prima collisione seguita da due altri urti sugli scogli. Il danno è tale che a La Maddalena viene messo solo in sicurezza e poi le operazioni per ripararlo furono eseguite alla base di Norfolk. Il comandante e il commodoro vennero sollevati dal comando. L'incidente era comparso su molti quotidiani nazionali e locali.

-Traghetto Monte Stello il primo gennaio 1994 si incaglia tra gli scogli dell'isolotto di Barrettini a causa di un fortunale forza 7-8 con vento che supera i 100 km/h. I passeggeri sono stati tratti in salvo da elicotteri, ma dalle falle della carena si sono riversate in mare dal gasolio del reparto motori.


 

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a) Tomba dei giganti - immagine di Heinz Josef Lucking 

 

b) Collana fenicia - immagine di Shardan

c) Moneta del Sardus Pater - immagine di Shardan

d) Nave nuragica - immagine di Shardan e) Nuraghe Ruju - immagine di M4rvin

Approfondimenti sulla storia:

storia della Maddalena

i tesori dell'arcipelago della Maddalena

base navale militare della maddalena

 

Bibliografia storica:

Breve storia geologica della Sardegna

Storia della Maddalena


 

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a) Caprera - Cala a nord ovest

 

b) Budelli - Cala di Roto, spiaggia rosa

c) Caprera - Cala di nord ovest

d) La Maddalena - isola di Santa Maria

 

e) Sardegna nord est - Baia di Liscia di vacca

f) La Maddalena - Isola di Santa Maria - il velo della Madonna, guardando l'isolotto Paduleddi

 


Il parco oggi:

Guardando una cartina dell'arcipelago della Maddalena non è possibile non capire la ricchezza di questo angolo di Sardegna. Lo spettacolo naturale è stato osservato nel passato da molti occhi che lo hanno scrutato ed ammirato; da Ulisse, all'ammiraglio Nelson a Guglielmo Marconi. Quello che oggi si presenta a noi è quanto di meglio la natura sia riuscita a fare. Il nostro compito è preservare tutto ciò per le generazioni future.

L'Arcipelago della Maddalena è Parco Nazionale dal 1996, ed è il primo parco nazionale della Sardegna. Le sue isole, di diverse dimensioni e di antica formazione geologica, sono di natura granitica e scistosa, e sono state modellate nei secoli dai forti venti di maestrale che vi hanno realizzato curiose strutture naturali. Facile guardarsi attorno e vedere "un qualcosa" osservando una roccia. Molte sono diventate famose e sono meta del turismo oppure viaggiano in formato immagine per il mondo sulle cartoline o attraverso uno strumento più moderno; la e-mail.


 

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La Maddalena - Isola di Santa Maria - il velo della Madonna, tra l'isolotto Carpa e Paduleddi

Il viaggio attraverso le acque e il suo territorio:

Il periodo estivo, cui faccio riferimento in quest'articolo, vede l'arcipelago preso d'assalto da truppe di turisti, non sempre benevoli con il territorio. Consiglio di "perder" due minuti e leggere le poche righe dei depliant disponibili per aggiornarsi sulla normativa del parco della Maddalena. Ma anche sull'acqua non si scherza. Nella recente e lunga estate (2011) ci sono stati alcuni incidenti tra natanti che hanno portato la capitaneria operante in questo tratto di mare a restringere ancora di più le norme dell'andar per mare. A questo proposito devo registrare che non tutti probabilmente conoscono il galateo del mare, lo stesso che veniva rispettato anche in tempo di guerra da opposte fazioni. L'educazione è ben lontana dall'essere rispettata, sopratutto in mare.

Le due isole principali sono Caprera e La Maddalena. Mentre nella prima ci sono solo poche strutture, abbandonate, sia militari che civili, a parte il compendio garibaldino con la famosa casa bianca dell'eroe dei due mondi. Il paesaggio è stupendo. L'isola si presta al trekking o anche solo a passeggiate lungo le strade sterrate che la percorrono per tutta la lunghezza. Attenzione deve essere posta alla zona di riserva integrale. In tutto l'arcipelago ci sono molte limitazioni, si può prenderne visione qui: legislazione dell'arcipelago. In una zona molto bella tra ginepri, mirti e lecci, a Caprera, si ergono i capanni abbandonati della struttura del "club mediterranee", ormai chiusa da anni, ma che lasciano in quel tratto un brutto segno. la parte dell'isola che guarda La Maddalena è un trionfo di bellezze naturali. Piccole spiagge si alternano a scogli lisci che si tuffano nelle acque limpide e trasparenti. Un'infinità di cale più o meno famose contornano l'isola, da Cala Coticcio, Napoletana, Galera, Caprarese, SerenaAdreaniGaribaldi quest'ultima dedicata al grande generale che qui sbarcava per raggiungere poi la sua bella fattoria, oggi museo.

La zona è molto trafficata dal punto di vista nautico, ma un mezzo pur piccolo è quasi indispensabile per vedere le migliaia di piccole cale sparse sul territorio. Indispensabile anche per arrivare alle isole dell'arcipelago più lontane e dove si può ammirare la natura quasi come era secoli fà. Di fatto quando si parla della Maddalena si fa riferimento ad un gruppo di isole che poi poco vengono citate. Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Spargi, Budelli, Santa Maria, Razzoli e seguono piccoli isolotti Barrettini, Barrettinelli, Corcelli e Isola Piana. 

Partendo da Golfo di Arzachena, con il suo comodo porto di Cannigione, lasciamo a dritta l'isolotto del Fico e a sinistra Capo d'Orso. Con la prua verso Nord-Ovest sfiliamo a dritta l'isola di Santo Stefano intravedendo già Palau, grosso centro dove si può trovare quasi tutto, e ci dirigiamo verso il canale tra Spargi e La Maddalena; direzione Nord verso Santa Maria, Razzoli e Budelli. La distanza non è molta e in circa un'ora ad un'andatura di 20-22 mgl si può raggiungere S.Maria. Al centro di queste tre isole c'è uno degli spettacoli naturali più belli, secondo me, di tutto l'arcipelago. Da uno dei costoni a sud di Santa Maria si può godere di una vista spettacolare. La macchia mediterranea, composta da lecci, ginepri e mirti che si tuffa nel Mediterraneo fatto di colori che vanno dal bianco della sabbia al tenue azzurro, al profondo blu. Lo spettacolo lascia davvero senza parole e lo si porta dentro per sempre. A Budelli non si può non far sosta alla famosa spiaggia rosa, è non possibile avvicinarsi ne da terra ne da mare. Nel periodo più turistico ci sono attenti ed inflessibili guardie del parco che fanno rispettare tutti i limiti. Ci sono altre cale degne di essere viste e in cui ci si può trovare impensabilmente soli, anche in pieno agosto. Sull'isola bisogna segnalare una chiesa e un convento del XIII sec. distrutta da un'incursione di pirati turchi.
Dopo aver fatto il periplo di S.Maria, Razzoli e Budelli, volendo, ci si può dirigere verso Lavezzi e Cavallo, molto belle. A Lavezzi c'è un piccolo cimitero del naufragio della Semillante nel 1855, una fregata fregata francese che portava aiuti in Crimea. Nel cimitero riposano 560 uomini dei 700 che perirono. Il passo è breve ad arrivare ad Isola Piana a sud est della Corsica, ed è davvero uno spettacolo incredibile. Un'acqua cristallina in pochi centimetri con colori e trasparenze che lasciano senza fiato. Questo è un'altro dei paradisi che possiamo visitare con qualche miglio nautico in più. Nel ritorno verso la base si dorme benissimo a Lavezzi dove si trova facilmente rifugio in una delle sue cale. L'isola si presta moltissimo come rifugio dal maestrale che qui quandò c'è si fa sentire. Le acque di Lavezzi sono parco marino dal 1982 e qui è stanziale un grosso gruppo di cernie brune che si fanno fotografare senza paura accoppagnate dagli immancabili saraghi. Qui il sole al tramonto fa emozionare e dormire in una cala qualsiasi provoca, a chi non se lo aspetta, una impressione unica; difatti qui ad un'ora circa dal tramonto il cielo è dominio del gabbiano corso. E' tipicamente Mediterraneo, piccolo e con un caratteristico canto, più simile al lamento di un bimbo; da qui l'emozione nel sentirlo la prima volta. Il momento migliore per la traversata è sempre la mattina presto.  Al ritorno possiamo passare tra S.maria e Isola Corcelli e puntando La Maddalena ad est dell'isola Barrettini. Il paesaggio è tipicamente sardo con il granito che la fa da padrona. Anche se la zona è quasi separata a metà tra graniti, scisti e gneiss.

Il sole dietro alle spalle cuoce, l'aria impregnata di sale e gli schizzi addosso seccano il viso; ma il paesaggio che vedo è cosa stupenda. Penso a quante persone hanno solcato queste acque, da marinai a semplici passeggeri, da guerrieri antichi a soldati moderni, in cerca di un nuovo mondo o semplicemente di un rifugio sicuro.


 

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a) Balanophyllia europea - madrepora molare

 

b) Caulerpa prolifera - caulerpa fogliosa

c) Coscinasterias tenuispina - stella spinosa minore

d) Balanophyllia europea - madrepora molare

 

e) Crambe crambe - crambe

 

f) Anemonia sulcata -anemone di mare

 


Il viaggio sott'acqua:

La cosa che impressiona sott'acqua è la visibilità: non sembra nemmeno di essere sott'acqua e questo particolare ti fa sentire bene, come a casa. Qui è padrona la posidonia, in qualsiasi posto m'immergo lei c'è. Penso che tutto il mediterraneo doveva essere così una volta, tanti anni fa prima della spermitura che stiamo attuando oggi. Non è difficile incontrare piccole cernie brune, un buon segno. nelle zone protette dal mare diretto le risacche favoriscono i depositi misti e qui possiamo trovare tanti gioielli tra la sabbia e le rocce a pochi centimetri d'acqua. A volte, se ci si immerge troppo sotto all'interno di insenature con bassa profondità, è facile incontrare depositi leggeri misti che sollevano pulviscolo in acqua. In ogni angolo sono immancabili i saraghi, le castagnole nere, ghiozzi e bavose. In mezzo alla posidonia il brulichio di vita è interrotto solo dalla mia mano che sposta la fronda della pianta. Sulla pianta vivono moltissimi organismi e qui possiamo vederne una grande quantità, da alghe incrostanti rosse e brune a briozoi. A vivere, rifugiarsi e riprodursi a protezione delle fronde della posidonia moltissimi organismi. Qui inoltre i predatori trovano abbondanza alimentare. Policheti e isopodi sono tra quelli che possiamo trovare nella zona della base della pianta. Nella zona di S.Maria sotto ogni piccolo sasso, ma in pochi centimetri d'acqua, vivono piccole spugne non identificabili, briozoi di tutti i generi. Piccoli coralli coloniali, a volte anche su piccoli sassi. Dalle alghe verdi alle piante, in un susseguirsi di pesci curiosi che cercano qualcosa da mangiare, qui piccoli thalassoma, serranidi, saraghi e castagnole non hanno paura di arrivare a toglierti una briciola di "qualcosa" che è scivolata dalle tue mani raccogliendo un sasso. Al riparo dalla luce diretta sotto grotte e sassi, grandi ghiozzi e scorfani. Nelle profondità delle spaccature più scure si intravedono gli apogon, il re di triglie. Nel dominio della sabbia si possono scorgere piccole sogliole e tracine.


 

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a) Phorbas fictitius - anchinoe rossa

 

b) Paracentrotus lividus - riccio edule detto anche riccio femmina

c) Clathrina rubra - spugna rete rossa

d) Ovatura di nudibranco non identificato

 

e) Probabile Didemnum coccineum

 

f) Patella ferruginea- patella ferrosa

 


Curiosità:

  • Nel novembre 2013 è stato rinvenuto, a Cala Andreani a La Maddalena, un giubbotto salvagente della nave da crocieta Concordia naufragata 22 mesi prima.

Link:

Natura e biodiversità

La zonizzazione del parco

Per essere informati sul parco

Tutte le informazioni necessarie dell'arcipelago della Maddalena.

 


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Ultimo aggiornamento Mercoledì 20 Novembre 2013 23:48
 

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