Note personali sull'allevamento di Cereus pedunculatus Stampa
Scritto da andrea prodan   
Lunedì 05 Aprile 2010 18:26
 

Si tratta, innanzi tutto, di uno Cnidario senza eccessive esigenze e piuttosto robusto, che può adattarsi secondo me anche a vasche non refrigerate: dalle mie parti è facile rinvenirlo sui fondali sabbiosi anche nella zona di marea, e quindi in un ambiente soggetto a grossi sbalzi termici e ad alte temperature estive.foto 1

Il prelievo in mare non è sempre dei più agevoli: il Cereus predilige i fondali sabbiosi/melmosi, dove prospera attaccandosi tenacemente col suo piede a substrati duri, spesso sepolti (anche di parecchi cm) sotto la sabbia.
Altre volte si radica su substrati emersi, come grossi scogli o agglomerati di “rocce vive”.

 

Staccare un Cereus dal substrato sul quale si trova è impresa difficile, spesso molto pericolosa per l’animale, che rischia di essere gravemente danneggiato e di non potersi riprendere. Conviene in questi casi, dopo qualche delicato tentativo, rinunciare piuttosto alla cattura e cercare un altro esemplare (per la mia esperienza, non suffragata però da conferme “scientifiche”, un sicuro indice di forte stress durante la cattura è l’emissione di aconzie dal corpo).


foto 2Sicuramente pregevoli da un punto di vista acquariofilo sono invece gli esemplari che fanno capolino dagli anfratti di qualche piccola roccia viva, o che (scavando con la mano nel fondale) si scopre che sono avvinghiati a qualche piccolo sassolino sepolto, se non addirittura ad un guscio di conchiglia. In questi casi il prelievo e l’inserimento in vasca diventa molto facile e privo di rischi per l’animale. Personalmente, mi è capitato di inserire in vasca alcune rocce vive e di scoprire solo in un secondo momento che celavano, al proprio interno, dei piccoli Cereus.

Altre “doti” del Cereus sono particolarmente apprezzabili per i nostri interessi. In particolare la grande varietà di colorazioni: dal classico “marroncino/rossiccio”, al biancastro più o meno screziato, per passare poi ad esemplari di colore nero, giallo limone, rosa fosforescente o arancione. Non solo: tra gli Attiniari è sicuramente uno dei meno “invasivi” e dei meno pericolosi per gli altri ospiti, in quanto poco propenso a grandi spostamenti (come invece, ad esempio, le Anemonia viridis), e dotato di tentacoli corti dai quali facilmente pesci e gamberetti possono tenersi alla larga.

foto 3In vasca si adatta generalmente molto bene, purchè vengano gli vengano garantite condizioni ambientali quanto meno “accettabili”: sarà bene rispettarne le attitudini di vita, e quindi posizionarlo preferibilmente in prossimità del fondo, che può essere sia sabbioso che granuloso (anche se ormai i fondi a granulometria grossa sono quasi del tutto scomparsi dalle nostre vasche): se non è già attaccato a qualche roccia, lo si potrà adagiare sul fondo, magari semisepolto, vicino ad un vetro o a qualche pietra, e provvederà autonomamente a fissarsi nel volgere di qualche ora (ma in questo caso bisogna fare attenzione a non posizionarlo “capovolto”, in quanto negli esemplari chiusi non è sempre agevole distinguere tra “l’alto” e il “basso”. Non dimostra di soffrire le correnti forti: anzi, un trovo che un buon movimento dell’acqua sia importante, così potrà anche nutrirsi autonomamente raccogliendo qualche briciola di cibo sfuggita ai pesci o ad altri organismi.

foto 4Se il Cereus non ha sofferto durante la cattura e le condizioni in acquario non sono pessime, dopo un po’ di tempo lo si vedrà aprire il disco orale, contenente la bocca e i molti tentacoli: alcuni esemplari usano anche allungarsi molto, distendendo il proprio corpo verso l’alto, altri invece rimangono più “appartati”, lasciando vedere di sé solo “la faccia”. Vanno poi nutriti con una certa regolarità: a seconda delle dimensioni dell’animale, io uso somministrare un paio di volte alla settimana dei pezzettini di cozza o di gambero o di latterino, alternandoli tra loro per diversificare la dieta. In genere uso una lunga pinza con la quale li imbocco direttamente. Gradiscono anche il Cyclop: come accade per le Actinia, capiterà di vederli aprire la bocca a dismisura in seguito alle somministrazioni di questo alimento.

 

foto 6Per quanto riguarda la crescita in vasca, porto l’esperienza di un esemplare di un centimetro di diametro che, nutrito con regolarità, dopo due anni e mezzo è arrivato a misurarne circa sette. Sicuramente la crescita è molto veloce e visibile in esemplari piccoli: una volta adulti la crescita rallenta, o per lo meno diventa più difficile percepirla con altrettanta evidenza. Come dimensioni massime, in mare non è raro incontrare esemplari dal diametro che si aggira attorno ai dodici cm o poco più.Sono già tre, se non me n’è sfuggito qualcuno, i casi di riproduzione documentati nelle nostre vasche. Nel mio acquario, proprio di recente, (quindi nel periodo tra gennaio e febbraio) hanno fatto la loro comparsa una quindicina di piccolissimi Cereus, delle dimensioni di pochi millimetri, sparsi tra le rocce e la sabbia a ridosso di una zona che ospita un esemplare di notevoli dimensioni (in vasca da quasi tre anni) e quattro esemplari più piccoli, presi l’estate scorsa. Al momento quasi tutti stanno continuando a crescere, e alcuni hanno già aumentato in maniera considerevole le loro dimensioni.

foto 7Per quel che riguarda il mio acquario, è il primo evento riproduttivo in assoluto portato a termine con successo (se escludiamo un paio di “scissioni” da parte delle Anemonia viridis). A proposito di Anemonia viridis: ho verificato che la loro vicinanza può essere fatale per i Cereus, i quali nel confronto diretto hanno senz’altro la peggio.

A conclusione di questo breve articolo, che come detto in precedenza non ha nessuna pretesa “scientifica”, ma vuole soltanto essere la descrizione di un’esperienza personale, trovo che il Cereus pedunculatus sia uno dei migliori Attiniari per una vasca med, sia per la grande varietà di colorazione, sia per la relativa facilità di allevamento, sia per la bassa offensività verso gli altri organismi, sia, infine, per le possibilità di condurlo con successo alla riproduzione in cattività.

 

Ultimo aggiornamento Venerdì 11 Marzo 2011 22:06
 

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