Note personali sull'allevamento di Cerianthus membranaceus Stampa
Scritto da andrea prodan   
Giovedì 01 Aprile 2010 23:46

 

Note personali sull’allevamento del Cerianthus membranaceus

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Si tratta indubbiamente di uno degli Cnidari più affascinanti da mantenere ed allevare in un acquario mediterraneo. Resistente, di grande impatto visivo, compatibile con gran parte degli altri ospiti delle nostre vasche, non troppo esigente in fatto di alimentazione.

Sui cerianti è già stato scritto molto, anche su questo sito, da parte di acquariofili ed utenti MOLTO più esperti ed autorevoli del sottoscritto (alcuni dei quali hanno anche avuto la fortuna/bravura di ottenere degli eventi riproduttivi in vasca).

In queste righe intendo esporre, senza pretese di verità assoluta o di rigore scientifico, quella che è stata e che è la mia esperienza strettamente personale, che finora mi ha dato ottima soddisfazione nella cura del mio "cerianteto".
Chiaramente, nulla toglie che altri possano avere sperimentato con successo metodologie di allevamento differenti dalla mia.

E’ mia opinione, e su questo punto credo di poter essere alquanto categorico, che il Ceriantus vada inserito unicamente in vasche refrigerate, con temperature massime non superiori ai 22/23° (meglio ancora se inferiori). Come sempre, poi, la resistenza di ciascun individuo è legata anche all’ambiente di ritrovamento: è probabile che cerianti catturati a due/tre metri di profondità sopportino temperature relativamente alte meglio di individui cresciuti a 10/15 metri; ma cerianti “di pozza” non esistono proprio, quindi un sistema di refrigerazione è indispensabile.
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Inserimento in vasca: parto innanzi tutto con quella che secondo me è l’annotazione più importante. Un cerianto ferito o tagliato di netto ha buone possibilità di rigenerarsi; un cerianto schiacciato, stressato o manipolato troppo (sia in fase di cattura, sia in fase di inserimento in vasca) quasi sicuramente morirà.Con un po’ di pratica (e con la fortuna di avere a disposizione il fondale marino adatto), i cerianti possono essere prelevati in natura senza recar loro alcun danno. Non intendo soffermarmi qui sui metodi di raccolta, quanto piuttosto sull’inserimento in vasca, legato alla presenza di alcune variabili. Se il cerianto è stato raccolto integro e con il suo tubo membranaceo, lo si potrà inserire senza particolari precauzioni, infilando con delicatezza il tubo con dentro l’animale nel dsb (o in altro tipo di fondale) lasciandone spuntare la parte superiore per una lunghezza dai 5 ai 10 cm circa (a seconda delle dimensioni del cerianto stesso). Nel caso che il cerianto sia stato ferito in fase di cattura, o abbia comunque perso il suo tubo, l’animale andrà lasciato il più possibile tranquillo, avendo cura di posizionare nell’acquario una sorta di protezione che lo difenda da eventuali attacchi da parte di altri organismi. Io mi sono trovato molto bene col sistema della bottiglie tagliate: bottiglie dell’acqua minerale dal ½ litro, tagliate sopra e sotto in modo da ricavarne un cilindro (della lungheza di una decina di cm), da sistemare attorno al cerianto, che va lasciato adagiato sul fondale. A seconda delle condizioni di partenza, il cerianto potrà impiegare anche parecchie settimane a riprendersi del tutto, ma avendo l’accortezza di non disturbarlo troppo ciò avverrà nella maggior parte dei casi (sia chiaro: conta anche il fatto che la vasca “giri bene” e che non vi siano particolari problemi di gestione, con valori sballati o altro.
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Illuminazione: non necessita di illuminazione molto potente, anzi sotto una luce poco violenta tenderà ad aprirsi di più, a restere solo per brevi periodi rintanato nel proprio tubo e ad essere perciò più facilmente visibile (e godibile) durante il giorno. Nella mia precedente vasca (sotto la luce di un neon T8 da 18.000°K e di un attinico) capitava abbastanza spesso che , durante il giorno, i cerianti si ritirassero nel “tubo”, per aprirsi in tutto il loro splendore soprattutto a luci spente. Nella nuova vasca sono passato ad un’illuminazione a led (led blu e led bianchi a 6500°K), e i cerianti restano aperti praticamente sempre, nascondendosi alla vista solo per brevissimi intervalli.

Movimento: al movimento dell’acqua non dev’essere troppo violento, altrimenti in cerianto non riuscirà a distendere a raggera i suoi tentacoli, avrà maggiori difficoltà a nutrirsi e tenderà a restare maggiormente chiuso (e sarà anche meno bello da vedere). Sul capitolo “movimento” mi sono molto intestardito, con la mia nuova vasca: quello che volevo ottenere era una corrente vivace dappertutto, ma direzionatain modo da non causare voragini nel dsb e da fare in modo che i ceriani si “orientassero” verso il vetro frontale, in modo da essere apprezzabili in tutta la loro bellezza. Magari è solo un mio “pallino”, ma l’idea di tenere in vasca un cerianto “bicolore”, e non vedere mai i suoi tentacoli centrali giallo-fluorescente perché è sempre aperto verso la parete posteriore della vasca, era una cosa che proprio non mi andava giù. Facendo prove su prove sono riuscito ad ottenere l’effetto voluto, ed ora le “corone” dei miei cerianti sono quasi sempre orientate in modo ben visibile a chi guarda la vasca.
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Compatibilità: come già ho accennato, i Ceriantus membranaceus non hanno particolari problemi di incompatibilità con gli altri ospiti dell’acquario. Valgono perciò le semplici precauzioni di carattere qusi generali: ogni cerianto dovrà esser posizionato in modo tale da potersi aprire senza che i suoi tentacoli vadano a contatto con quelli di Cnidari di specie differrenti (prima fra tutti l’Anemonia viridis, ma anche eventuali Aiptasie mutabilis, Actinie equine o cari, Cereus pedunculatus, ecc..). Anche il contatto con Ceriantus solitarius è da evitare, mentre più esemplari di membranaceus possono tranquillamente essere sistemati l’uno vicino all’altro senza che si danneggino a vicenda. Sull’opposto versante, invece, va sempre tenuto presente che i tentacoli del cerianto, seppur meno “aggressivi” di quelli di altri Cnidari, possono comunque essere letali per pesci di piccola taglia, o per crostacei (soprattutto gamberi) presenti in vasca. Difficilmente un pesce in salute verrà catturato da un cerianto (la cosa può essere già più probabile nei confronti di qualche gambero più “sproveduto”), ma a me è accaduto nel vecchio acquario che un Symphodus ocellatus, preso dalla frenesia di catturare il cibo che stavo somministrando in vasca, sia finito proprio in mezzo alla corona di tentacoli di un Ceriantud membranaceus, restandone fulminato.

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Alimentazione: un’alimentazione varia ed abbondante pemette ai cerianti di crescere rapidamente e rimanere in ottima saluta. Nella vecchia vasca usavo nutrirli singolarmente, uno ad uno, con delle ingegnose pinzette a manico lungo con le quali portavo il cibo (soprattutto pezzetti di gamberetto o di cozza) in prossimità dei loro tentacoli. Se il bocconne era troppo grande o se il movimento con la pinzetta era troppo brusco, capitava che i cerianti si ritirassero senza nutrirsi; inoltre il tutto era molto laborioso e lungo. Nella nuova vasca, grazie soprattutto al ridimensionamento della parte tecnica (schiumatoio in primis) posso permettermi di essere più “generoso” nell’alimentazione, a tutto beneficio degli invertebrati filtratori ed anche dei cerianti stessi. Distribuisco infatti ogni secondo giorno delle “siringate” di Cycloop eeze destinate alle Cladocore e che poi si spandono per tutta la vasca; ogni giorno inoltre nutro i pesci alternando con Artemia surgelata o cibo secco in granuli un miscuglio ottenuto triturando gamberetti sgusciati, sarde pulite e cozze (il tutto in piccole porzioni conservate in congelatore): in tutti i casi faccio in modo che il cibo si disperda proprio sopra al mio “cerianteto”, e immancabilmente i cerianti ne catturano qualche pezzetto (quello che cade sulla sabbia o tra le rocce viene poi immancabilmente ripulito dalle sei “fameliche” Ophioderma longicaudum che popolano il mio acquario). Per il momento mi sembra che questo metodo di alimentazione più “indiretto” ed in un certo senso più “naturale” sia molto gradito dai cerianti: certamente necessita di un ottimo schiumatoio, una vasca stabile, una buona presenza di detrivori, un posizionamento delle pompe tale da non “sparare” il cibo lontano dai loro tentacoli. A margine posso accennare al fatto che, pochi giorni fa, per la prima volta ho provato ad inserire in vasca del lievito di birra (disciolto in acqua della vasca stessa): la somministrazione di una quantità pur modesta, avvenuta nel tardo pomeriggio, ha provocato un intorbidimento dell’acqua che è durato qualche ora; quello che è certo è che non avevo mai visto i miei cerianti così estroflessi come quella sera (idem per i polipi delle Cladocore). A breve comincerò a provare l’aggiunta di minime quantità di zucchero e anche il metodo Bro-gri: pur non avendoli ancora mai provati, ritengo che si dimostreranno molto validi per la crescita dei cerianti.
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Mi avvio a conclusione andando un po’ “controcorrente”: nella nuova vasca ho inserito tutti i cerianti lasciandoli all’interno di vasetti di vetro (quelli degli yogurt) che poi ho “sepolto” nel dsb. Non so se questo metodo possa avere delle controindicazioni (come la permanenza di sostanze inquinanti all’interno dei vasetti stessi, o l’impoverimento del dsb), ma credo sia poca cosa. Indubbi, invece, sono i benefici, per la possibilità di poter orientare e spostare i cerianti (in caso di necessità) senza procurare loro il minimo stress, e senza il rischio di danneggiarli in maniera anche grave. Me ne sono accorto quando ho smantellato la precedente vasca: recuperare integri i cerianti è stata un’impresa, perché il loro tubo si era allungato tantissimo sotto il dsb. Con questo sistema, invece, mi è già capitato più volte di dover spostare alcuni cerianti (o perché posizionati in un punto non adatto a casusa della forte corrente, o perché la grossa Anemonia viridis che ospito si era spostata nelle immediate vicinanze), ed il tutto è stato fatto con irrisoria semplicità. Senza contare che questo può essere un metodo validissimo anche per cho non ha un dsb in vasca, in quanto il vasetto (o altro contenitore analogo) può essere occultato tra le rocce.
andrea prodan
Ultimo aggiornamento Venerdì 11 Marzo 2011 22:09
 

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