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Manifestazioni: III Italian Betta Show PDF Stampa E-mail
Scritto da Michele Abbondanza   
Giovedì 25 Aprile 2013 18:49

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III Italian Betta Show: 

la terza edizione del primo campionato Italiano di Betta splendens show e Betta selvatici.

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Betta splendens Betta splendens Betta splendens Betta splendens


Il campionato, riconosciuto dall'International Betta Congress, l'associazione americana che ha definito gli standard di giudizio per i Betta, è unico nel suo genere in Italia e rientra nel circuito dei grandi campionati europei organizzati annualmente.
L'appuntamento per quest'anno è fissato per i giorni 10-11-12 maggio, nella splendida cornice dell'Azienda Agricola Robustelli in Via Quassa 27, a Ranco(VA)
Saranno esposti oltre 200 Betta splendens "show"  provenienti da tutto il mondo e diversi esemplari di specie selvatiche, un'occasione unica in Italia per ammirare questi veri e propri gioielli della natura.
Durante le giornate di sabato e domenica sarà anche possibile acquistare buona parte degli esemplari in concorso.
Associazione Italiana Betta inoltre allestirà delle vasche biotopo per specie selvatiche ed i soci AIB saranno a disposizione del pubblico per parlare della nostra comune passione e fornire consigli agli interessati.
Programma indicativo delle tre giornate:
Venerdì 10 maggio: esposizione aperta solo allo staff, agli allevatori e ai giudici
Sabato 11 maggio: apertura al pubblico ore 9-19 (13-19 per il campionato Betta Show causa giudizio) ingresso libero, prima vendita dei pesci non vincitori ore 15.
Domenica 12maggio: apertura 9-16 ingresso libero, vendita pesci vincitori e non ore 12
Vi aspettiamo a Ranco!
Associazione Italiana Betta     

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Immagine dalla scorsa edizione
 
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Immagine dalla scorsa edizione

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Sala stampa AIB



 

Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Aprile 2013 19:25
 
La Posidonia oceanica fiorisce a Punta Mesco PDF Stampa E-mail
Scritto da Michele Abbondanza   
Martedì 16 Aprile 2013 22:32
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L'ENEA, Centro Ricerche Ambiente di S.Teresa, ha avviato un piano di campionamento per sopralluoghi dei fondali dell’Area Marina Protetta, a seguito degli eventi alluvionali. Nessuna variazione significativa nelle condizioni dei popolamenti di Posidonia e Coralligeno.


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E’ frutto della collaborazione dell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre, con l’ENEA della Spezia, l’indagine preliminare svolta nei giorni scorsi per verificare lo stato di salute dei due principali popolamenti biologici oggetto di protezione nella baia di Monterosso: la prateria diPosidonia oceanica che colonizza gran parte dei fondali della baia e ilcoralligeno di Punta Mesco.

A tale scopo sono state effettuate due giornate di campionamento: la prima, il 24 gennaio 2012 è stata supportata da un mezzo nautico e dal personale dell'Area marina Protetta delle Cinque Terre e ha permesso di effettuare rilevamenti sul coralligeno di Punta Mesco all’interno dell’area A, a protezione totale; la seconda, effettuata il 29 febbraio 2012 con mezzo nautico dell’ENEA, ha consentito di raccogliere dati sulla prateria di Posidonia oceanica nelle aree di protezione A,B, C di Monterosso.

I rilevamenti hanno privilegiato quei parametri di maggior significatività per una prima analisi sullo stato dei popolamenti, grazie anche alla possibilità di effettuare confronti con i dati pregressi raccolti dall’ENEA negli ultimi 20 anni.
Le verifiche effettuate sul Coralligeno di Punta Mesco e sulla Prateria di Posidonia Oceanica di Monterosso non hanno mostrato, a pochi mesi dell’evento alluvionale, una variazione significativa nelle condizioni dei popolamenti.

Nel file allegato la relazione completa prodotta da ENEA a seguito dei sopralluoghi.

http://www.santateresa.enea.it/

Leggi tutto...Relazione completa ENEA (259,79KB)


Sala Stampa AMP Cinque Terre

 


 

Ultimo aggiornamento Martedì 16 Aprile 2013 22:35
 
Corsi di biologia marina alle Isole Eolie PDF Stampa E-mail
Scritto da Michele Abbondanza   
Venerdì 12 Aprile 2013 18:47

DELPHIS Aeolian Dolphin Center di Salina e NECTON Marine Research Society, offrono a tutti la possibilità di partecipare ai campi estivi di ricerca sull’isola di Salina, una delle sette perle dell’Arcipelago delle Isole Eolie. L’isola è stata scelta perché oltre ad essere bellissima, con una vegetazione lussureggiante (è l’isola più verde e la più alta dell’arcipelago), con la presenza di innumerevoli specie di flora e fauna, in alcuni casi endemiche, si trova al centro dell’arcipelago, e la posizione strategica permette di effettuare i monitoraggi in tutta l’area.

Cosa organizziamo:

Leggi tutto...Corsi di biologia marina professionalizzanti per studenti universitari e laureati.
I corsi per studenti universitari e laureati hanno durata settimanale, trattano argomenti relativi la biologia, l’ecologia e l’etologia di mammiferi marini, delle tartarughe marine, sulla biologia della pesca e sul riconoscimento delle specie che popolani il Mediterraneo e sulle sue tecniche di campionamento . Nel corso della settimana, gli studenti seguono lezioni in aula e partecipano ad uscite in mare addestrative durante le quali si troveranno a contatto con la ricerca ed utilizzeranno le apparecchiature scientifiche.

Al momento vengono organizzati i quattro corsi di seguito inseriti:
EOLIAN CETACEAN PROJECT: si occupa della biologia della conservazione e dell’ecologia dei mammiferi marini, in particolare del capodoglio e della stenella. Si tiene nelle acque dell’Arcipelago delle Eolie e la base logistica si trova sull’isola di Salina. (in collaborazione con NECTON Marine Research Society) Questo progetto è l’unico che si occupa del monitoraggio a lungo termine dei cetacei nell’area delle Eolie. E’ al settimo anno ed i corsi organizzati all’interno del progetto, ogni anno vedono la partecipazione di circa 40 studenti.
MEDITERRANEAN SEA TURTLE PROJECT: si occupa della biologia, dell’ecologia, della conservazione e della genetica della tartaruga Caretta caretta. La base è sull’isola di Salina e la parte pratica in mare, si svolge nelle acque dell’intero Arcipelago eoliano.
CORSO DI BIOLOGIA DELLA PESCA: si occupa dello studio dell’attività di pesca, delle specie pescate, dei cicli biologici delle specie bersaglio, degli attrezzi utilizzati, delle problematiche che affliggono il settore dalla pesca. Si tiene nelle acque dell’arcipelago delle Eolie e come base si ha l’isola di Salina.
LABORATORIO DI BIOLOGIA SUBACQUEA: il laboratorio di biologia subacquea è diviso in due parti (teorica e pratica). Nel corso delle lezioni, vengono trattati argomenti relativi alle caratteristiche dei diversi fondali, i vari piani e domini, le specie distinte tra pesci, vegetali, organismi sessili e vagili, le tecniche di monitoraggio subacqueo ecc… Nel corso delle attività pratiche, si va in acqua e si effettuano il monitoraggio ed in alcuni casi il prelievo di organismi che successivamente verranno osservati fuori dall'acqua. Ovviamente, in acqua vengono utilizzate le attrezzature richieste in funzione delle tecniche di monitoraggio che si stanno eseguendo, saranno quadrati, cime, picchetti ecc… Si potrà decidere di partecipare a corsi che comprendono il brevetto subacqueo di primo o di secondo livello e le immersioni con autorespiratore ed in apnea, corsi con attività pratica solo in apnea o corsi con attività pratica sia in apnea che con l'uso dell'autorespiratore.

Ogni corso è organizzato in due diversi livelli:
BASIC: indirizzato a chi non possiede conoscenze sull’argomento trattato. Seguendo questo corso si inizierà un percorso che avrà inizio dalle più elementari nozioni e man mano arriverà a far comprendere ed assimilare notizie sempre più approfondite.
ADVANCED: indirizzato alle persone che hanno già delle buone conoscenze di base e per motivi di studio, lavoro o semplicemente per passione vogliono approfondirle sempre di più. Seguendo questo corso si partirà da nozioni già abbastanza approfondite e si raggiungeranno livelli molto alti e specifici.
Corso di biologia marina teorico/ pratico per ragazzi e adulti
I corsi hanno durata settimanale o di 3 giorni (ma è possibile prolungare), destinati a chi è sempre stato affascinato e si vuole avvicinare al mondo della biologia marina ed un numero massimo di 10 persone ma parte anche per un solo partecipante in questo caso sarà anche possibile costruire su misura le attività teoriche e pratiche in base alle curiosità ed esigenze.
Durante queste corso vengono affrontati argomenti di base sugli ecosistemi marini, biologia ecologia, riconoscimento e tecniche di campionamento degli organismi che vivono il nostro mare, il tutto sarà accompagnato da uscite di snorkeling per imparare a riconoscere tutto ciò che si è imparato durante le lezioni teoriche. Biologia ecologia, riconoscimento, tecniche di campionamento e foto-identificazione dei mammiferi marini ed uscite in mare. Tecniche di pesca, specie target ed interazione con i mammiferi marini, anche in questo caso uscite in mare per osservare quello fatto in teoria. Riconoscimento biologia ecologia e rischi che corrono le tartarughe marine che popolano il Mare Mediterraneo.
Sarà anche possibile scegliere il corso sempre di durata settimanale, su un singolo argomento, sui mammiferi marini, sulle tartarughe marine, biologia subacquea e biologia della pesca.
Questi tipi di corsi possono essere organizzati anche per le scuole.
Tutti i partecipanti alla fine dei corsi riceveranno un attestato riconosciuto da enti ed università che certificherà l’avvenuta partecipazione.

Destinatari:

Tutte le persone interessate alla natura, al mare, agli animali, alla ricerca dei mammiferi marini, delle tartarughe nell’ambiente naturale, dei pesci, dei fondali marini ecc...Gli unici requisiti fondamentali sono tanta passione, tanto amore per il mare ed un minimo di spirito di adattamento.
Modalità e tempi di attuazione
I corsi saranno articolati in lezioni teoriche, in uscite in mare, in uscite di snorkeling, in immersioni ed in osservazioni da terra. Particolare attenzione verrà data alle metodologie di campionamento e alla strumentazione utilizzata per la ricerca.
Il mezzo nautico
Le uscite in mare saranno effettuate con "DENEB" un gommone a chiglia rigida di 7,50 metri che viene usato per la ricerca nelle acque delle Eolie. Questa imbarcazione, molto sicura, versatile, veloce e maneggevole, è equipaggiata con un motore da 115 hp che permette di avvicinarsi rapidamente alle aree interessate dalle varie attività di ricerca, zone in cui vengono osservati e monitorati i cetacei o le tartarughe marine, zone di pesca, punti d’immersione ecc.. il mezzo è inoltre provvisto di gps cartografico, plotter, ecoscandaglio, idrofono, registratore audio digitale, telecamera subacquea ed altra strumentazione necessaria alla raccolta dei dati scientifici e dei campioni. Il serbatoio di carburante da 150 litri permette una grande autonomia ed è completato con grandi e capienti gavoni utili a stivare merci ed attrezzature. Può ospitare fino a 12 persone.
Tutti i partecipanti, in funzione del corso, saranno coinvolti nelle uscite in mare e ad ognuno verrà assegnato un compito diretto alla raccolta dati ed alla loro successiva analisi, in modo da consentire a tutti di partecipare attivamente ad ogni fase della ricerca. Inoltre, i partecipanti, a fine corso dovranno essere in grado di utilizzare autonomamente tutti gli strumenti necessari alla ricerca come ad esempio: SCHEDE DI RACCOLTA DATI, PROTOCOLLI DI CAMPIONAMENTO, BINOCOLI, GPS, DAT, IDROFONI, SONDE DI TEMPERATURA, ED ECOSCANDAGLI, MICROSCOPIO, MATERIALI DA CAMPIONAMENTO ECC...
 

Quote d’iscrizione:
Le quote d’iscrizione relative ad un corso di durata settimanale variano in base al corso scelto ed al periodo, e vanno da un minimo di 330,00 ad un massimo di 685,00 euro. Inoltre, in alcuni casi, alle quote vengono applicati sconti dal 5% al 10%. La scelta di mantenere quote così basse nasce dal fatto che molto spesso i partecipanti ai ns. corsi sono studenti universitari. Ovviamente lo stesso trattamento economico è garantito anche a chi non è studente. Nella quota di iscrizione dei corsi sono compresi, alloggio in una tipica casa eoliana con ampi spazi attrezzati, doccia all’aperto e barbecue, utenze elettricità, gas e acqua, uso della cucina, le uscite in mare, il carburante per il mezzo, lezioni e formazione, polizza assicurativa per la durata del corso, il materiale didattico, l’associazione per un anno a Delphis Aeolian Dolphin Center, la supervisione scientifica, il brevetto subacqueo open PADI (ove compreso), il certificato di partecipazione al corso riportante tipologia di attività e ore, le immersioni (ove comprese), l’attività di snorkeling (ove compresa), l’uscita con i pescatori (ove compresa). Non sono compresi nella quota di partecipazione: Spese di viaggio A/R, spese personali (telefono, connessione internet, souvenirs, etc.), eventuali escursioni, pulizia appartamento, lenzuola, asciugamano, vitto (i partecipanti normalmente fanno cassa comune, cucinano,pranzano/cenano insieme) alcolici e bibite (vino, birra, liquori, bibite gassate, etc...).A fine corso, insieme al kit didattico utilizzato, che rimarrà di proprietà del partecipante, sarà consegnato un attestato di partecipazione riportante le ore di frequenza rilasciato dalla società di ricerca promotrice del progetto che darà la possibilità di ricevere crediti formativi.Leggi tutto...


È possibile pagare anche solo il corso ed alloggiare dove si preferisce
Per informazioni e adesioni: www.delphisadc.it - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. www.necton.it - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. 339/6000468 - 333/1932002 - 339/1249021

 

 

 


 

Ufficio stampa NECTON

 


 

Ultimo aggiornamento Venerdì 12 Aprile 2013 18:51
 
MEDITERRANEO: dal passato una vecchia storia PDF Stampa E-mail
Scritto da Alina Polonia CNR   
Mercoledì 03 Aprile 2013 17:06

Leggi tutto...MEDITERRANEO, UNA STORIA DI TSUNAMI Un gruppo di scienziati italiani, coordinato da Alina Polonia dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr), ha identificato, al largo delle coste siciliane, le tracce di un terribile tsunami, che circa 1600 anni fa colpì il Mediterraneo Comunicato stampa del CNR: (http://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews?IDn=2625) Mediterraneo, una storia di tsunami 15/03/2013 I dati geologici dei nostri fondali dimostrano la relativa frequenza, nel Mare nostrum, di eventi catastrofici come quello che nel 365 d.C. provocò 45 mila vittime. A dirlo lo strato di sedimenti noto come ‘Homogenite o megatorbidite Augias’, negli abissi dello Ionio, studiato con tecnologie ad alta risoluzione dall’Ismar-Cnr. La scoperta è pubblicata sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature Un gruppo di scienziati italiani, coordinato da Alina Polonia dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr), ha identificato, al largo delle coste siciliane, le tracce di un terribile tsunami, che circa 1600 anni fa colpì il Mediterraneo. La ricerca, pubblicata sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature, riguarda un’area abissale di sedimenti marini che raggiunge i 25 metri di spessore, alla cui base si trovano depositi grossolani, trascinati a quelle profondità dalla forza catastrofica delle correnti di densità. “Il deposito è noto con il nome di ‘Omogenite o megatorbidite Augias’ e occupa larga parte del Mediterraneo orientale”, spiega Alina Polonia. “Per comprendere la sua origine erano state fatte varie ipotesi; tra queste, la più accreditata era l’esplosione del vulcano Thera (Santorini), avvenuta nel 1627-1600 a.C., che distrusse la civiltà minoica. Secondo gli studi del nostro team la causa di quest’enorme deposito sedimentario fu invece uno tsunami generato dal terribile terremoto che colpì Creta nel 365 d.C., con una magnitudo valutata tra 8 e 8.5 gradi della scala Richter”. I ricercatori sono giunti alle loro conclusioni analizzando una grande mole di dati geofisici e geologici, “che includono immagini acustiche ad altissima risoluzione del deposito sedimentario e carote di sedimento estratte dal fondale marino a quasi 4.000 m di profondità”, spiega la ricercatrice. A consentire questa scoperta è stata proprio la grande accuratezza con cui si è determinata l’età dei depositi e la loro provenienza da diverse zone del Mediterraneo. “L’effetto di un terremoto e dell’onda di tsunami può essere infatti la mobilizzazione di una quantità enorme di sedimenti, che da tutte le zone costiere vanno a depositarsi nella parte più profonda del bacino”. A confortare le conclusioni scientifiche anche la testimonianza dello storico latino Ammiano Marcellino (330-397 d.C.) secondo cui ad Alessandria d’Egitto, a oltre 700 km di distanza dall’epicentro, in occasione del terremoto onde altissime penetrano nell’entroterra, provocando una grande devastazione e migliaia di vittime. Un aspetto interessante è la scoperta da parte dei ricercatori di altri eventi di proporzioni simili, a profondità ed età maggiori. Questo suggerisce che l’evento del 365 d.C. non sia stato unico nella storia del nostro mare. “Il tempo di ricorrenza dedotto dalle analisi radiometriche è comunque molto alto, dell’ordine di 15.000 anni”, rassicura Alina Polonia.

Roma, 15 marzo 2013

 

La scheda Chi: Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr di Bologna e Ogs, Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste.

Che cosa: Scoperti gli effetti catastrofici del terremoto di Creta del 365 d.C. nel Mar Ionio. Campagna Cnr/Urania CALAMARE del 2008 (CALabrian Arc MARine geophysical Experiment) finanziata dal progetto europeo TOPOMED (Plate re-organization in the western Mediterranean: lithospheric causes and topographic consequences): http://www.nature.com/srep/2013/130215/srep01285/full/srep01285.html

Per informazioni: Alina Polonia, Ismar-Cnr, tel. 051/6398888, e-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 


Ufficio stampa CNR


 

Ultimo aggiornamento Giovedì 04 Aprile 2013 17:47
 
Voto storico per la tutela degli squali alla Conferenza CITES a Bangkok PDF Stampa E-mail
Scritto da Michele Abbondanza   
Mercoledì 27 Marzo 2013 21:51
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La riunione plenaria del Primo Comitato della Conferenza delle Parti della Convenzione CITES sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione ha ottenuto un voto storico per gli squali.

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Il 14 marzo la riunione plenaria del Primo Comitato della Conferenza delle Parti della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione CITES riunita a Bangkok per stabilire le appartenenze ai relativi annessi delle specie a rischio di estinzione, ha ottenuto un voto storico per gli squali.

 

 

(foto Doug Perrine/SeaPics.com da sito www.cites.org)

Gli elenchi ufficiali delle specie protette dalla convenzione sono periodicamente aggiornate. La convenzione distingue tre categorie di specie, disciplinati nelle Appendici I, II, III della Convenzione:

  1. Specie protette in senso stretto (ogni commercio è proibito; l'uso può essere concesso solo in circostanze eccezionali)
  2. Specie soggette a controllo (il commercio deve essere compatibile con la loro sopravvivenza, ed è soggetto ad autorizzazione tramite certificato CITES)
  3. Specie soggette a controllo da parte di singoli paesi membri (tipicamente per nazioni che cercano di proteggere particolari specie)

Delle sette proposte di specie di squali presentate per essere inserite nella Appendice II della Convenzione, tutte classificate come minacciate nella Lista Rossa IUCN, cinque sono state adottate con più del 70% di voti a favore.

Le votazioni sono iniziate con lo squalo pinnabianca (Oceanic Whitetip Shark) ed il consenso si è rafforzato con l'adozione di tre squali martello, dello smeriglio e della manta, che ha ottenuto più dell'80% di consensi.

Tensione prima della sessione plenaria per l'adozione ufficiale delle proposte. Infatti, c'è stata la mozione, da parte del Giappone e di Grenada, di riaprire le discussioni per le proposte per lo squalo pinna bianca e squali martello ma la mozione non è stata sostenuta e le due proposte sono state conseguentemente adottate ed applaudite. Sorprendentemente le successive proposte per l'inclusione dello smeriglio e della manta sono state adottate in seduta plenaria senza alcuna obiezione.

Anche la proposta per il trasferimento dell'unico squalo sega che era in Appendice II alla Appendice I è stata adottata, mentre le due specie di trigoni d'acqua dolce, proposte per l'Appendice II, non hanno avuto, per questa volta, il consenso generale.

Queste notizie ci sono state trasmesse in tempo reale da Monica Barone, delegata dalla FAO come referente CITES, la quale si è laureata e ottenuto il suo dottorato in ambito ARPAT.

Questo percorso corona gli sforzi non solo dell’ IUCN-SSG, ma anche del tavolo tecnico ministeriale che a livello nazionale ha visto coinvolta la nostra Agenzia nei lavori di valutazione delle specie oggetto della risoluzione CITES.

 

 


Sala stampa ARPAT

 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 27 Marzo 2013 21:52
 
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