Fiori sommersi PDF Stampa E-mail
Scritto da Federico Betti   
Lunedì 06 Giugno 2011 10:50
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Fiori sommersi

 

3/2/2011 - Fra le specie marine più conosciute a chi si immerge nelle acque mediterranee, troviamo certamente Parazoanthus axinellae; i fitti tappeti che è in grado di formare con i suoi piccoli polipi le hanno valso il nome comune di “margherita di mare”.

 

 

Si tratta di un animale appartenente al phylum degli cnidari, lo stesso gruppo di meduse, coralli, gorgonie e anemoni di mare, e come molti di essi è un organismo coloniale: ciò significa che ogni individuo di questa specie è in grado di generare per via asessuata altri esemplari, suoi cloni, che non si staccano completamente da esso, ma rimangono in contatto con il progenitore sia esternamente, tramite l’ectoderma (la “pelle” dell’animale), sia internamente, tramite la cavità gastrica.

 

Ogni individuo è costituito da un corpo colonnare, fissato al substrato, alto al massimo un paio di centimetri e terminante in una bocca che funge anche da ano, circondata da 24-36 sottili tentacoli disposti ordinatamente in due corone concentriche. Il colore è giallo brillante, a volte tendente all’arancione.

 

Lungo le pareti del corpo, con un po’ di attenzione è possibile notare i granelli di sedimento che questa specie ingloba nei propri tessuti per irrobustirne la struttura.

 

parazoanthus axinellae

La riproduzione asessuata permette la formazione di colonie costituite da centinaia di polipi posti l’uno accanto all’altro, uniti da una membrana di tessuto vivente.

 

Le colonie si sviluppano aderenti al substrato, che può essere costituito dalla roccia nuda ma anche da organismi viventi; il nome della specie, axinellae, deriva proprio dall’abitudine di colonizzare le grandi spugne del genere Axinella, ma anche altre specie di spugne, e organismi diversi (ascidie, gorgonie, …), sono spesso incrostati dai gialli polipi della margherita di mare.

 

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Parazoanthus axinellae si nutre di plancton, che cattura con i propri tentacoli dotati degli organelli urticanti tipici del phylum, le nematocisti; per questo, lo si trova abitualmente su pareti verticali in zone esposte a correnti, dove la quantità di cibo portata dal mare è maggiore. Non amando la luce diretta del sole, è più abbondante in aree non raggiunte dai raggi solari.

 

L'axinellae è una specie in grado di vivere a profondità molto variabili, dalle acque più superficiali fino ad oltre duecento metri di profondità, ma ciò che attualmente desta preoccupazione è il fatto che, in seguito al riscaldamento delle acque in atto nel Mediterraneo, le colonie più superficiali della margherita di mare sono morte o in forte regressione, e la specie dimostra di non essere più in grado di vivere in acque così superficiali quali quelle in cui si trovava fino a pochi anni fa.

 

Un segnale che il nostro mare sta cambiando.

 

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