I Platelminti: chi? PDF Stampa E-mail
Scritto da Federico Betti   
Lunedì 06 Giugno 2011 10:29
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I Platelminti: chi?

 

 

Pochi subacquei, forse solo i più esperti di zoologia, conoscono i platelminti, un gruppo di animali piccoli e coloratissimi, non molto comuni ma diffusi con specie diverse in quasi tutti i mari.

 

 

A causa delle piccole dimensioni (raramente superano i 2-3 centimetri, anche se alcune specie hanno taglie massime superiori ai 10 cm) possono sfuggire agli occhi dei sub meno attenti, ma le colorazioni vivaci li rendono in genere ben visibili; il motivo per cui pochi sanno della loro esistenza è probabilmente la facilità con cui possono essere a prima vista confusi con i ben più comuni nudibranchi.

Infatti la forma appiattita e ovale del corpo e soprattutto le livree coloratissime dei platelminti che si incontrano in immersione possono ricordare alcune specie di nudibranchi, ma un’occhiata più attenta mostrerà sensibili differenze. In realtà queste differenze sono specchio di una grande distanza evolutiva. Sono cioè animali molto diversi dal punto di vista tassonomico: mentre i nudibranchi sono molluschi (sono infatti delle lumachine senza guscio), i platelminti costituiscono un phylum a sé, più primitivo, comprendente, oltre alle specie a vita libera in questione, diverse forme parassite (le tenie, le fasciole epatiche) o di dimensioni microscopiche.

 

Solo la classe dei turbellari include specie di dimensioni relativamente cospicue e a vita libera: sono questi i platelminti che possiamo avere la fortuna di incontrare durante le nostre immersioni.

 

 

 

Pseudoceros bimarginatus
Pseudoceros bimarginatus

 

 

Tutti questi platelminti sono accomunati dal corpo di forma ovale fortemente appiattito dorso-ventralmente, con due protuberanze cefaliche a formare delle sorte di rudimentali antenne, un’unica apertura del canale digestivo che funge sia da bocca che da ano, l’assenza di un apparato respiratorio, cosa possibile grazie allo spessore minimo del corpo, che permette una respirazione epiteliale, l’ermafroditismo, la fortissima capacità rigenerativa.

 

 

 

Prostheceraeus roseus
Prostheceraeus roseus, un platelminta mediterraneo

 

 


Le colorazioni così vivaci costituiscono un classico esempio di mimetismo batesiano: i platelminti, prede appetibili per molti predatori, imitano le livree dei nudibranchi, che essendo velenosi, sono colorati vistosamente per avvertire gli eventuali aggressori della loro pericolosità.
In questo modo, i platelminti tentano di confondersi con i nudibranchi agli occhi dei predatori, e far sì che questi desistano dall’idea di “assaggiarli” (v. articolo sul mimetismo batesiano!).
Ma con un’occhiata più attenta potremo notare il corpo troppo compresso per essere quello di un nudibranco, l’assenza del ciuffo branchiale (quel ciuffetto sul dorso dei nudibranchi), le prominenze cefaliche come sorte di pieghe cutanee e non veri e propri organi sensoriali come i rinofori dei nudibranchi.

 

 

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Particolari minimi e, vista la facilità con cui noi subacquei scambiamo i platelminti per nudibranchi, possiamo dire che la loro strategia difensiva funziona decisamente bene!

 

 


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