Un viaggio in Laguna Veneta - Le conclusioni viste con l’occhio dell’acquariofilo PDF Stampa E-mail
Scritto da Iuri Bertin e Michele Abbondanza   
Martedì 07 Dicembre 2010 22:10
Indice
Un viaggio in Laguna Veneta
prefazione
Come si è formata la laguna?
Guardiamo indietro: cosa è successo di rilevante negli anni passati?
Difesa della laguna e zone protette
Generalità della biodiversità della laguna veneta:
La fauna ittica
Gli organismi filtratori
Altri organismi
Le specie esotiche in laguna
Le impressioni di Iuri
Le conclusioni viste con l’occhio dell’acquariofilo
Tutte le pagine

 

Le conclusioni viste con l'occhio dell'acquariofilo:

 

Iuri:  ed è così che quasi casualmente, osservando ciò che accadeva ai manufatti immersi in una piccola darsena turistica, mi cimentai in uno sciocco tentativo di antichizzare una piccola anfora di terracotta. Convinto dalle esperienze professionali e dalla mia modesta esperienza nautica, confidai subito nella riuscita dell’esperimento, ciò che invece scosse la mia curiosità fu non solo la rapidità della cosa ma alla varietà degli organismi sessili che vennero ad insediarsi i più comuni come i balani o le ostriche li davo per scontati ma la varietà di ascidie coloniali come i botrilli per me erano esseri alieni. Questo piccolo oggetto sospeso sotto un pontile è oramai diventato un piccolo cosmo dove ciclicamente a seconda delle stagioni stazionano oltre agli organismi sessili anche una sparuta comunità di crostaceii  fatta di palaemon e di carcinus in forma giovanile e solo oggi scopro che un comunissimo granchietto praticamente onnipresente in realtà è una specie importata delle coste atlantiche dell’America e che si è insediato solamente in alto Adriatico,è un piccolo granchio  Dyspanopeus sayi che come altri organismi che solo ora scopro alloctoni e che probabilmente sono arrivati con le acque di sentina dei trasporti commerciali.

Così come non è stato facile prendere coscienza della svariata biodiversità della laguna è stato arduo rappresentarla all’interno di un acquario , questa è stata una sfida che ho accettato con entusiasmo, una sfida prima con me stesso, in quanto neofita nell’ambito acquariologico, e sicuramente una sfida nel cimentarmi a raccontare un ambiente che come detto prima può apparire insignificante e a volte sterile. Il confronto con chi condivide con me la stessa passione dell’acquariologia degli ambienti mediterranei è sempre stata stimolante sia nelle idee che nei rapporti anche con divergenze d’opinione dovute proprio al fatto che chi vive e vede il mare lo considera blu, freddo e profondo con meccanismi di vita ed organismi completamente diversi dal mio vissuto, per poi convergere in una consapevolezza che laguna (lacuna) è l’antitesi del vuoto.

 

 

Michele: è indubbio che vedere l’accrescimento degli organismi in così poco tempo, paragonabile solo ad ambienti molto più caldi; è affascinante. Siamo abituati ad avere nelle nostre vasche un’acqua molto pulita; in laguna le cose sono differenti e la vita è incredibilmente varia pur con le caratteristiche sopra descritte. La moltitudine degli organismi filtratori in questa zona la fa da padrona. Mitili, spugne, tunicati sono di una ricchezza incredibile. Pali sommersi colonizzati all’inverosimile e con una concentrazione da lasciare a bocca aperta. Ma non solo. Qui i nutrienti sono all’apice dei valori. Guardando la zona aerea credo che non si darebbe poi molto alla parte subacquea; invece è incredibile la vita che prospera appena sotto il pelo dell’acqua. Ultimamente l’area ha visto invasioni anche abbastanza forti di organismi provenienti da aree esterne al Mediterraneo. Qualche problema con le famose alghe che sono diventate molto invasive. Entrando in questo ambiente ci siamo resi alla fine conto che è un’ambiente molto ricco di vita, ma anche molto instabile. Sempre alla ricerca di un’equilibrio proprio; basta poco per stravolgerlo. Il voler ricreare in un'ambiente chiuso una piccola parte della laguna è un'esperienza particolare. L'osservazione dei micro e macrorganismi ci permette di capirne la biologia, anche se non si è biologi marini. Ora capiamo tutti gli sforzi necessari per la salvaguardia della laguna. Sforzi per preservare una zona unica al mondo in cui le contraddizioni sono palpabili, in cui si vuole da una parte essere al passo con i tempi e dall'altra fermare il ticchettio dell'orologio del tempo per bloccare come in una fotografia lo spettacolo della natura.

Per il momento la storia ci consegna quest'area che ha visto molti cambiamenti, alcuni sconvolgenti, ma che possiamo ancora ammirare in tutta la sua bellezza.


 

Terminiamo quest'articolo regalandovi uno splendido tramonto sulla laguna: 

 

  

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 - immagine di Iuri Bertin (clicca per ingrandire) -  

  


 

 

Bibliografia e link:

 

 
  • http://www.istitutoveneto.it/venezia/documenti/tesi_laurea_dott/tesi_salviato/cap_1.pdf 

  • http://www.archeosub.it/venezia.htm

  • http://www.istitutoveneto.it/venezia/documenti/articoli/bollettini/bollettino_46/sconfietti.pdf

     
  • http://www.istitutoveneto.it/venezia/documenti/articoli/bollettini/bollettino_49/boll_49_2/mizzan.pdf

  •    

     


     

    Si ringraziano sentitamente:
    • (2) Comune di Venezia, Assessorato all'Ambiente, elaborazione Osservatorio Naturalistico della Laguna,2008".  
    • Stefano C.A. Rossi: per la consulenza sulla parte geologica dell’articolo. 
    • Pietro Grassi: per la consulenza tecnica
    • Andrea Prodan e Roberto Pillon: per le immagini
    • Bruno Rossi: per la pazienza al controllo sulla parte grafica

     

     Diritto di copyright:

     

    • (1) Se non specificato il nome dell’autore non viene riportato in quanto non è stato possibile rintracciarlo. Siamo a disposizione comunque per inserirlo nel caso ci venisse comunicato. A questo proposito si fa riferimento alla Legge n* 22 aprile 1941 n.633-art.90 e 91.
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    Ultimo aggiornamento Lunedì 19 Agosto 2013 11:17
     

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